Steatosi Epatica non alcolica legata all'obesità (NASH) L'infiammazione cronica del fegato dovuta all'accumulo di grassi può portare alla cirrosi e all'epatocarcinoma Il trapianto di fegato legato alla NASH indicazione sempre più frequente Trapianto di fegato e chirurgia bariatrica combinati la nuova frontiera chirurgica Prof. Giuseppe Tisone, Policlinico Tor Vergata, Roma
I rischi per la nostra salute legati al sovrappeso e all'obesità sono noti ormai da tempo, e fra quelli più conosciuti c'è il rischio cardiovascolare, e quello oncologico, ma un fenomeno silente, che non dà sintomi almeno nella fasi iniziali, e che può però portare a gravi conseguenze , è quello della steatosi epatica non alcolica, detta NASH, quindi un fegato grasso come conseguenza di accumulo di grassi nel tessuto epatico. Questo comporta una infiammazione cellulare cronica che può portare allo sviluppo di steatoepatiti, quindi una cirrosi cronica e in alcuni casi anche un epatocarcinoma, quindi il tumore del fegato. Parliamo di tutto questo con il Prof. Giuseppe Tisone, Direttore dell'Unità di Trapianti del Policlinico Tor Vergata di Roma che ci ha spiegato come sempre più, soprattutto negli Stati Uniti, vi sia indicazione al trapianto di fegato per quei pazienti che abbiamo una cirrosi avanzata o un epatocarcinoma come conseguenza di NASH e che come ultima frontiera chirurgica si possa abbinare al trapianto anche la chirurgia bariatrica per aiutare il soggetto a perdere peso non vanificando l'opportunità del trapianto. E se fino ad oggi la chirurgia bariatrica precedeva o seguiva di qualche mese la chirurgia del trapianto in alcuni selezionati pazienti è possibile combinare i due interventi come è stato fatto per la prima volta in Europa proprio al Policlinico Tor Vergata di Roma, per una paziente di circa 50 anni che presentava obesità severa, diabete e un epatocarcinoma che non permetteva di attendere oltre. La procedura del trapianto è stata quindi affiancata dalla sleeve gastrectomy per la riduzione dello stomaco e a distanza di tre mesi la paziente sta bene, ha perso oltre 30 chili e non è più diabetica. Una nuova straordinaria frontiera della medicina quindi, ma quello che emerge chiaramente dagli ultimi dati è che l'obesità sta assumendo proporzioni allarmanti e che le conseguenze, spesso non conosciute, possono essere una danno irreversibile al fegato, è quindi importante fare prevenzione fin da giovani con uno stile di vita sano ed un'alimentazione corretta che consenta di rimanere normopeso, e se si è in sovrappeso fare periodicamente uno studio del fegato con una ecografia può fornire informazioni preziose sullo stato di salute dell'organo deputato a smaltire le scorie di ciò che mangiamo e qualora venga rilevata una steatosi al primo stadio è possibile farla regredire adottando una dieta equilibrata, mentre se la steatosi ha danneggiato il fegato fino a farlo diventare cirrotico la gestione del problema diventa molto più complessa.
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